martedì 18 agosto 2009

Prodi si confessa

Oggi Piero Sansonetti scrive su L'Altro un articolo per ribadire l'importanza di un editoriale scritto da Romano Prodi il giorno di Ferragosto sul Messaggero, ma passato abbastanza inosservato.
Il leader dell'Unione, dell'Ulivo e dell'eterogenea coalizione di centro-sinistra che ha tentato di governare l'Italia per ben 2 volte non si limita a criticare apertamente l'esperienza della gauche italiana, ma demolisce anche quella europea e mondiale. I governi di Tony Blair e Clinton e quelli che ad essi si erano ispirati "si limitavano ad imitare le precedenti politiche dei conservatori inseguendone i contenuti e accontentandosi di un nuovo linguaggio". Un plagio insomma. Prodi critica l'assenza di idee innovative ed originali e condanna quindi l'errore di copiare le politiche del avversario. Fin qui condivido, analisi innegabile.
Ma quando il Professore passa in rassegna la necessità di una serie di nuove idee e progetti autenticamente di sinistra nel sistema scolatico, nella ricerca, nel sistema sanitario, nel ruolo dello Stato in economia, nell'immigrazione, nella solidarietà internazionale, mi accorgo che è un'analisi abbastanza sterile. O per lo meno valida in certi Paesi europei, ma non estendibile al mondo. In India e soprattutto negli USA i cosiddetti riformisti hanno già elaborato strategie pienamente socialdemocratiche che ora si apprestano ad attuare. In concomitanza con la sconfitta della socialdemocrazia europea alle elezioni per il PE, in queste due potenze mondiali la sinistra democratica vantava un'eclatante vittoria.
In particolare proprio il Presidente Obama sta ora cercando di riformare il sistema sanitario nazionale in modo tale da dare "uguali prospettive di fronte alla vita", sta cercando di regolare il capitalismo e il sistema finanziario, proprio come consigliato da Prodi.
Sganciarsi dagli estemisti è stato in Italia un passo importante verso la retta via. Ma non basta.
La socialdemocrazia europea non ha ancora trovato un'identità definitiva.
Altre realtà ci sono riuscite.
La sinistra europa è in ritardo. Ed allora? Si tornerà a copiare anche queste stimate e vincenti esperienze sperimentate in altri continenti o si faticherà per trovare un'originale via europea?
In bocca al lupo.

Nel frattempo godiamoci (da spettatori) il dibattito per la segreteria del PD...in Italia molto dipenderà dall'"eletto".........

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