mercoledì 2 settembre 2009

Federalismo

Alberto Quadrio Curzio, il presidente della commissione d'esame che mi ha conferito la laurea, scrive oggi sul Corriere un articolo con tre sue riflessioni (una sulle origini, una sul presente, l'altra sul futuro) sulla questione fiscale in Italia.
L'ultima parte si concentra sul federalismo fiscale. Il Professore chiede una ridefinizione delle competenze fra diversi livelli di governo (dunque l'ennesima modifica del titolo V della Costituzione) e si augura (forse con troppo ottimismo) che il controllo federalista riuscirà a ridurre il sommerso di ben 10 punti di PIL, quindi aumentare le entrate e di conseguenza ridurre la pressione fiscale.
Anche io lo spero perchè così succede negli altri 3 stati federali dell'UE (Belgio, Austria, Germania). In Italia penso però che si debba tener conto della società che, come dire...è un pò diversa da quella tedesca o nordeuropea...
Cioè, molte responsabilità cadranno sulle spalle delle amministrazioni locali, provinciali e regionali che oggi non pullulano certo di persone lungimiranti (mancano a livello nazionale, figuriamoci locale), soprattutto in certe zone. Ovviamente grande responsabilità è nelle mani del cittadino che elegge candidati non adatti (cioè non competenti, poco efficienti, poco preparati, troppo immischiati in logiche di partito, "vittime" di pratiche clientelari...) a rivestire il ruolo di amministratori della cosa pubblica. E' così che si sono verificati i grandi debiti nella sanità del Lazio, della Puglia, nelle amministrazioni cittadine, ecc., ecc...
Inoltre credo che il Professore abbia tralasciato il tema delle spese, connesso ovviamente a quello delle tasse. In caso l'Italia diventi una federazione, la qualità dei beni e servizi pubblici dovrà rimanere la stessa (se non aumentare), ma le risorse saranno limitate dalla ricchezza/produttività delle popolazioni residenti in determinate zone. I fondi perequativi distribuiti da Roma aiuteranno le aree più svantaggiate, ma ad ogni modo si dovrà raggiungere un livello di efficienza sufficientemente alto per poter gestire efficacemente input e output.
La struttura istituzionale che si definirà e soprattutto le interazioni fra diversi livelli di governo all'interno di uno stato federale (come sarà l'Italia?) - ancora una volta rimando al principio della sussidiarietà e MLG - sono fattori importantissimi con rilevanti conseguenze sulla spesa pubblica e sull'(in)capacità di attuare le riforme necessarie. Se il disegno istituzionale non dovesse essere ben definito o se i responsabili politici fossero (diciamo...) inadatti, sarebbe la catastrofe.
Le ricerche per la mia laurea specialistica mi aiuteranno ad analizzare meglio il problema.

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