giovedì 10 settembre 2009

UniCatt

Non per fare polemiche, ma soltanto per avvisare la gentile clientela, o meglio gli utenti-studenti dell'UniCatt.
Se cercate fondi o rimborsi spese per finanziare vostre esperienze formative, la strada è tutta in salita!
Lunedi inizierò lo stage presso l'Ambasciata d'Italia a Copenhagen che rientra nel progetto MAE-CRUI. Sebbene io sia ora studente di un'università belga, ho potuto concorrere al progetto in quanto laureato entro 18 mesi presso un'università italiana, come chiaramente scritto nei criteri d'ammissione. Nel bando di concorso c'era specificato che non erano previsti rimborsi nè da parte della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane nè dal Ministero degli Affari Esteri.
Ogni università ha comunque la possibilità di gestire propri fondi per destinarli ai rimborsi spese.
Discrezionalità, libertà ed autonomia.
Bene. Perfetto.
Il problema che ho incontrato personalmente e sul quale vorrei soffermarmi non è dunque la presenza o meno di un tale fondo, ma sull'impossibilità ("al 99%") di poterne usufruire causa "conflitti d'interessi fra l'Università Cattolica e l'istituzione presso la quale lei farà il tirocinio". Riassumendo, secondo quanto spiegatomi, il problema si concentra su un "contenzioso burocratico" che la ricca, opulenta e sfarzosa Università Cattolica non è stata in grado di risolvere e regolare con un organo dello Stato quale è una missione diplomatica, un'ambasciata appunto. (Altre università hanno risolto tale cavillo ed erogano denaro ai propri studenti per tale progetto)
E quindi...chi ne fa le spese? Gli studenti! Otttttiiiimoooooo!!!
Ribadisco che l'opportunità offertami è di inestimabile valore e sono grato per essere stato selezionato per questo progetto, ma non posso tacere sull'incapacità di un'università di INVESTIRE sui propri studenti più meritevoli.
E' una questione di principio (come sono solito affermare...)!!!
Un ottimo studente con difficoltà economiche non potrebbe mai da solo farsi carico di tutti gli inevitabili costi e spese connessi ad una prolungata permanenza in un Paese estero (alloggio, trasporti, mezzi di comunicazione...).
Questo è il classico esempio di come la burocrazia riesca a impedire lo sviluppo e la crescita e di come il sistema italiano sia incapace di investire sul merito, indistintamente dalla classe sociale di provenienza e appartenenza. Le opportunità di crescita formativa non dovrebbero mai essere intralciate da questioni economiche.
Oltretutto ritengo che un'università privata, che riceve molto denaro dai suoi studenti, debba essere in grado di restituire il "contributo" offrendo un'istruzione, servizi e opportunità che dovrebbero essere equivalenti a quelle di un'università statale, se non superiori (date le maggiori disponibilità finanziarie).

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